Stasera in tv Troisi e Benigni nel cult che ha cambiato la commedia italiana: chi non lo rivede perde un capolavoro unico

In sintesi

  • 🎬 Non ci resta che piangere
  • 📺 Rete 4 HD alle 21:25
  • 😂 Commedia cult con Massimo Troisi e Roberto Benigni che racconta le avventure surreali di due italiani catapultati nel Rinascimento, tra comicità, amicizia e paradossi storici, diventando un classico intramontabile del cinema italiano.

Massimo Troisi, Roberto Benigni, Non ci resta che piangere. Sono tre delle entità più potenti della cultura pop italiana, e già messe così insieme bastano da sole a spiegare perché la proposta più irresistibile di stasera in TV sia proprio il cult del 1984 in onda su Rete 4 HD alle 21:25. Una di quelle commedie che non solo hanno segnato un’epoca, ma che continuano a parlare a ogni generazione grazie a una miscela irripetibile di comicità surreale, amicizia imperfetta e folli paradossi storici.

Massimo Troisi, Roberto Benigni e perché rivedere oggi “Non ci resta che piangere” è una piccola gioia nerd

Troisi e Benigni ci portano nel 1492, tra passaggi a livello eterni, piogge torrenziali e risvegli in pieno Rinascimento. Saverio e Mario non sono eroi, non hanno abilità speciali, non sono Marty McFly: sono due italiani normalissimi, trasportati in un passato che non capiscono e che cercano di affrontare con lo stesso spirito con cui si litiga allo sportello di un ufficio pubblico. Ed è proprio qui la genialità.

Gli incontri con Leonardo da Vinci e i tentativi di impedire a Cristoforo Colombo di scoprire l’America sono scene che hanno un valore quasi filologico nel modo in cui smontano la storia ufficiale per trasformarla in un gioco comico. Si ride, certo, ma sotto c’è una riflessione sorprendente sulla presunzione tutta moderna di poter controllare gli eventi con le conoscenze del presente. Quello che in molti film americani diventa un viaggio eroico, qui si trasforma in un fallimento continuo, irresistibile, umano.

Ed è proprio il fallimento, il loro goffo arrancare tra pretori superstiziosi e faide medievali, a renderli così veri. Mario che vuole conquistare la ricca Pia diventando improvvisamente cantautore, Saverio che si ostina a scrivere una lettera a Savonarola come fosse un reclamo all’ufficio tributi: in ogni scena sembra di vedere un pezzo d’Italia, quella che si arrangia, che improvvisa, che vive di fantasia e ostinazione.

L’icona culturale di Non ci resta che piangere e l’eredità di Troisi e Benigni

Troisi e Benigni firmano un film che ha cambiato la storia del nostro cinema. “Non ci resta che piangere” è uno dei punti di contatto più alti tra la malinconia napoletana di Troisi e l’energia anarchica di Benigni. Insieme creano una coppia comica che ancora oggi non ha equivalenti: uno parla piano, l’altro sovrasta; uno pensa troppo, l’altro agisce senza pensare; e da questa frizione nasce un equilibrio unico.

Da veri nerd della commedia, è impossibile non godersi i momenti di pura improvvisazione: il celebre schiaffo a Vitellozzo, la lista di invenzioni future spiegate a Leonardo come se fosse un compito di tecnologia delle medie, le trattative infinite davanti al pretore. Sono gag che hanno fatto scuola, citate, copiate, analizzate come fossero capitoli di un manuale di comic timing.

Il film non è solo un cult, ma un documento storico dell’immaginario italiano degli anni ’80, quando l’umorismo si appoggiava più sulla parola e sulla presenza scenica che sugli effetti. E oggi, in un panorama televisivo pieno di remake e reboot, rivedere questo gioiello è quasi un atto di resistenza cinefila.

  • Massimo Troisi è nel periodo creativo più fertile, poco prima dei problemi cardiaci che segneranno la sua carriera.
  • Roberto Benigni è in piena ascesa, a pochi passi dal salto internazionale che culminerà anni dopo con l’Oscar.

Entrambi qui toccano una forma di libertà espressiva rara, quella che permette di fare un film che sembra quasi improvvisato, ma che in realtà è costruito con una precisione millimetrica.

Cosa aspettarsi dalla visione di stasera

La messa in onda su Rete 4 HD, con una durata televisiva di circa 150 minuti, è perfetta per gustarsi ogni dettaglio di questo viaggio nel tempo pasticciato e irresistibile. Non è un film “vecchio”: è un classico vivo, che pulsa ancora. Per apprezzarlo davvero, osservate i piccoli gesti, i tempi comici, le pause di Troisi — quelle pause che sembrano silenzi, ma parlano più delle battute.

Se amate la comicità intelligente e le storie fuori dagli schemi, è la scelta ideale. Se non lo rivedete da anni, vi sorprenderà quanto sia ancora attuale.

Stasera la TV regala un appuntamento imperdibile con un pezzo di storia del nostro cinema che continua a emozionare e a divertire come fosse la prima volta. E, parafrasando Troisi, se qualcosa non dovesse andare… non ci resta che ridere.

Se potessi tornare indietro nel tempo come Troisi e Benigni?
Fermerei Colombo come loro
Convincerei Leonardo a inventare internet
Diventerei cantautore medievale
Farei lo schiaffo a Vitellozzo
Resterei nel presente grazie

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